Gli Stati Uniti sono preoccupati per una malattia che un pochi mesi si è manifestata con numerosi casi, 127 per la precisione, almeno finora, colpendo quasi esclusivamente bambini e adolescenti. Si chiama Mielite Flaccida Acuta e porta alla paralisi delle gambe che può essere temporanea oppure un molti casi anche permanente.

Cos’è la Mielite Flaccida acuta

Il termine “acuta” sta ad indicare che si tratta di una malattia a rapida insorgenza e che con adeguate cure si risolve nel singolo episodio. Il punto dolente è che non ci sono cure efficaci contro questa malattia se non farmaci che si stanno sperimentando con qualche risultato.

La mielite flaccida è stata diagnosticata per la prima volta nel 2014 quando si presentarono i primi casi e poi ancora nel 2016 ma il numero di casi furono decisamente inferiori a quelli attuali.

Non vi è certezza nemmeno sul virus specifico che la provoca ma su questo ci sono dei progressi. La malattia ha delle similitudini con la Poliomielite, anch’essa che colpisce bambini in assoluta prevalenza.

Cosa provoca la Mielite flaccida

Secondo le ultime evidenze il responsabile della Mielite flaccida sarebbe un enterovirus, più nello specifico quello di ceppo D68 ma siamo ancora a livello di probabilità, certezze non ce ne sono.

Questo virus appartiene alla famiglia dei poliovirus. Sappiamo bene dalla storia della medicina imperversava e colpiva un numero notevole di bambini rendendoli invalidi molti decenni orsono, fino a quando venne trovato un rimedio non nella cura della malattia ma nella prevenzione attraverso i vaccini.

Da quando è stata avviata la vaccinazione di massa i casi di poliomielite si sono ridotti a poche aree del pianeta, laddove la vaccinazione non è stata attuata. Contro la Mielite flaccida, considerata malattia rara, dati i pochi casi al mondo, non c’è cura e non c’è un vaccino.

Come si presenta la Mielite Flaccida

L’esordio della malattia è banale, all’inizio sembra un comune raffreddore che poi evolve in infezione respiratoria. I bambini rapidamente lamentano dolore ai muscoli delle gambe e un particolare senso di debolezza.

La malattia evolve rapidamente portando il bambino ad avere difficoltà nel mantenere la stazione eretta e ancor più a camminare, fino al verificarsi della paralisi.

La paralisi, tuttavia, avviene solo in una netta minoranza dei casi di infezione da enterovirus D68 e su questo i ricercatori si stanno interrogando: perché in alcuni soggetti evolve in paralisi e nella maggior parte dei casi ciò non avviene?

Il periodo di diffusione

Negli ultimi quattro anni, da quando la malattia si è manifestata per la prima volta, si è notata una concomitanza dell’aumento dei casi di Mielite flaccida tra la fine dell’estate e l’arrivo dell’autunno, quando si presentano con maggiore frequenza anche le infezioni da rinovirus ed enterovirus in generale.

La paralisi flaccida che consegue all’infezione da enterovirus D68 su risolve spesso in poche ore ma in alcuni casi diviene irreversibile. In tutti i campioni esaminati derivati da soggetti colpiti dalla malattia non sono mai stati trovati virus della poliomielite, quindi il coinvolgimento di questo tipo di virus è esclusa.

La correlazione tra insorgenza di Mielite flaccida e enterovirus D68 è ancora incerta perché in verità non è mai stato reperito il virus in questione nel liquido cerebrospinale e non esistono ancora studi su animali, il coinvolgimento di questo virus per il momento è solo ipotetico, a livello probabilistico.

Cura e appello del CdC

Il CdC è il Centro federale di controllo delle malattie negli USA, quello che viene coinvolto nello studio delle malattie che si presentano e che necessitano di essere studiate. Questo Centro ha lanciato un appello ai genitori per chiedere immediatamente l’intervento del medico il più precocemente possibile laddove si noti nei figli un indebolimento progressivo dei muscoli.

Questo consente un intervento precoce che è il miglior mezzo per cercare di curare la malattia con esito positivo. La cura, come detto, per ora è soltanto a livello sperimentale, con somministrazione di immunoglobuline e Fluoxetina. Dai primi dati sembra che questa terapia abbia una certa efficacia.